Dove ricevo

  • Monza, presso “Studio Psichè”, Corso Milano, 26
  • Milano, Piazza Giovanni Amendola, 3

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Come lavoro

Il mio lavoro comincia sempre dal sintomo, o dal funzionamento attuale del paziente, e procede ricostruendo passo dopo passo la storia di vita e gli eventi che hanno condotto ad esso, con il fine di comprendere la persona nella sua totalità.

Il sintomo di fatto si configura come uno stato emotivo, corporeo, cognitivo che sta procurando una sofferenza di qualche tipo alla persona (ad es., un attacco di panico, insonnia, una disfunzione sessuale, ecc.), ma fondamentalmente è un campanello di allarme, il segnale che “qualcosa si è rotto”, che le strategie utilizzate per comprendere il mondo e muoversi al suo interno – un tempo efficaci – oggi non funzionano più così bene.

Dopo una veloce fase di valutazione psicodiagnostica, ascolto con attenzione quanto la persona ha desiderio di condividere, nel tentativo di comprendere l’universo di significati che porta con sé, alla ricerca di ciò che è responsabile della sua sofferenza. In seduta spesso sottolineo che il mio compito non quello di interpretare, né fornire insegnamenti di vita, bensì delineare il funzionamento del mio paziente, per guidarlo nella comprensione di ciò che sta vivendo, affiancandolo nei momenti più difficili, e approdare ad un nuovo benessere.

Le aspettative sul percorso proposto e riguardanti il mio lavoro vengono discusse nei primi incontri, per evitare incomprensioni e spiegare esattamente cosa può essere fatto in seduta. Ritengo infatti fondamentale la costruzione di una buona alleanza terapeutica finalizzata al raggiungimento di obiettivi condivisi: da subito si lavora per questo, con la promessa che qualsiasi emozione o comportamento che la persona condivide, non sarà mai giudicata.

Definisco sempre lo psicologo come “l’esperto delle tecniche” e il paziente “l’esperto di se stesso”. Per fare un buon lavoro, entrambi necessitano dell’incontro con l’altro.

Ogni obiettivo e ogni tecnica vengono condivisi, esplorati e concordati, al fine di essere certi di stare lavorando in vista dello stesso traguardo. L’assetto relazionale, infatti, è di tipo cooperativo. Per spiegare questo, spesso utilizzo l’immagine di una piccola barca, governata da un timoniere e un prodiere: solamente se i due si impegnano in manovre coerenti la barca seguirà la rotta.

Impiego tecniche e strategie provenienti dall’orientamento cognitivo-comportamentale (CBT, REBT, MCT, ACT, tecniche mindfulnes-based, DBT, etc.). Sono un terapeuta EMDR e TMI (terapia metacognitiva interpersonale).

Vedi di cosa mi occupo

L’utilità del supporto psicologico

Ognuno di noi nel corso della vita ha sperimentato situazioni emotivamente difficili. Può capitare, però, di non riuscire a superarle, di trovarsi bloccati e di faticare a trovare una via di uscita.

In questi casi l’incontro con uno psicologo si rivela utile. Attraverso il sostegno psicologico la persona è accolta nella sua totalità e può imparare ad affrontare diversamente gli eventi quotidiani, identificando e mettendo in pratica strategie più flessibili e funzionali, giungendo ad una maggiore tolleranza degli stati dolorosi e ad una accettazione incondizionata di sé.

Lo psicologo non è un tutor né un maestro di vita. Egli si configura come uno specchio dinanzi al quale il paziente può osservare il suo modo di funzionare,  non prende decisioni per conto dell’altro. Stabilita una salda alleanza terapeutica, l’obiettivo è quello di raggiungere il migliore benessere e la miglior adattabilità nella vita.

 

Sei indeciso riguardo l’utilità dello psicologo?  Leggi i 10 pregiudizi sullo psicologo

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